Jean Clair

Il naso di Giacometti

Una scultura un simbolo

Traduzione di Laura Bossi

Collana: Virgolette, 31
2007, pp. 80, con 33 tavole in b/n nel testo
ISBN: 9788860361547

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Scheda libro

Pittore e scultore surrealista tra i più amati del Novecento, Alberto Giacometti fu amico e sodale di artisti come Arp, Miró, Ernst e Picasso, e di scrittori come Prévert, Eluard, Bataille, Queneau, Beckett, e soprattutto Sartre, col quale instaura tra le due guerre un dialogo che influenzerà spesso l’opera di entrambi. La celeberrima scultura che raffigura il naso è tra quelle più evocative e al tempo stesso enigmatiche, che meglio hanno connotato lo spirito dell’artista svizzero: proprio attorno a questa ruota l’affascinante riflessione di Jean Clair, uno dei più autorevoli critici d’arte contemporanei. Il naso di Giacometti è davvero molto lungo. Arriva lontano, in luoghi impensati dell’arte e della vita. Jean Clair li attraversa con passo lieve e sicuro, costruendo un ritratto affascinante quanto sorprendente dello «spirito» Giacometti. A partire da una scultura del 1947, il naso infilza antropologia e fiaba, psicoanalisi e biologia, incrociando i racconti di Perrault – e ovviamente Collodi – con quelli di Gogol’, la tradizione erotica orientale e occidentale con i film di Stanley Kubrick, i rituali carnevaleschi con i miti della Caccia selvaggia, le mutilazioni sacrificali e la chirurgia estetica. Ma Jean Clair non si perde nel labirinto, e il naso torna fino a Giacometti, restituito alla sua – inedita – dimensione quotidiana, di artista sublime e materiale, ossessionato dal sesso e dalla morte: un Giacometti forse più vicino a Bataille e a Picasso che a Breton e ai surrealisti.

Autore

Jean Clair
Gérard Régnier (Jean Clair), scrittore e storico dell’arte, è stato direttore del Museo Picasso di Parigi dal 1986 al 2005. Tra le sue opere tradotte in italiano ricordiamo: Marcel Duchamp. Il grande illusionista (1980, 2003); Critica della modernità (1984); Medusa, l’orrido e il sublime nell’arte (1992); Balthus. Le metamorfosi di Eros (1999); Henri Cartier-Bresson (2000); De immundo (2005).