

Frutto maturo e di sintesi dell’approfondita ricerca critica di uno dei più autorevoli francesisti italiani, questo libro analizza in profondo tutta l’opera di Baudelaire: la prosa, i versi, le lettere, comprese quelle assai significative scritte alla madre. Una schiera di psicoanalisti è convocata a far parlare il testo baudelairiano fin nei suoi più intimi e arcaici recessi. Da Freud a Melanie Klein, da Bion a Matte Blanco, da Meltzer a Resnik, la scienza del profondo ci illumina sulla rottura epistemologica attuata dal poeta delle Fleurs du Mal. Come Cézanne ha effettuato una rivoluzione copernicana in pittura, infondendo nell’opera d’arte una molteplicità di volumi e prospettive, così Baudelaire ha inaugurato nella composizione poetica un dire multidimensionale, «in volume», che restituisce le ricchezze del suo mondo interno, abitato dal lutto e dalla melanconia. Compito del poeta è di introdurre nel più profondo di sé gli oggetti del mondo esterno, per «contenerli», assimilarli e tradurli in parola. Ma questa operazione di elaborazione del lutto arcaico incontra il «solco profondo di Melanconia», l’affetto che più impegnò il poeta nel suo ethos del trascendimento: «Estrarre la bellezza dal Male». Per salvaguardare il suo mondo interno, Baudelaire dovrà combattere la sua battaglia contro il lutto congelato nel suo mondo interno quadridimensionale, per conseguire, al di là del «corpo ferito», il «linguaggio immortale» (Yves Bonnefoy).
Giovanni Cacciavillani
Giovanni Cacciavillani è professore ordinario di Lingua e Letteratura francese presso l’Università «Ca’ Foscari» di Venezia. Fra i suoi ultimi volumi ricordiamo: La malinconia di Baudelaire (2000), La civiltà letteraria francese. Un profilo (2002), Proust e l’adorazione perpetua. Il racconto della «Recherche» (2003), «Questo libro atroce». Commenti ai «Fiori del Male» (2005).

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