Laocoonte
Fama e stile
Con un apparato documentario a cura di Sonia Maffei, una nota sui restauri del Laocoonte di Ludovico Rebaudo e quindici fotografie a colori della statua di Pino dell'Aquila
ISBN: 9788860360403
Sin dalla sua scoperta nel 1506, il Laocoonte è celebrato come insuperabile esempio di espressione del dolore, disegnato e copiato dagli artisti, punto cardinale di ogni discussione sulle capacità rappresentative delle arti figurative a confronto con quelle della parola. Le sculture scoperte a Sperlonga e firmate dagli stessi artisti del Laocoonte (Agesandro, Atanodoro e Polidoro, tutti di Rodi) hanno riacceso l’interesse, provocando negli ultimi decenni innumerevoli studi. Eppure, domande cruciali restano aperte: il Laocoonte che vediamo nei Musei Vaticani è un originale, o una copia? È un prodotto ellenistico, o dell’eta imperiale romana? Quale era il significato della rappresentazione, e quale la cifra stilistica dei suoi autori? Come interpretare le parole dell’unica fonte antica che ne parla, Plinio il Vecchio? Come intendere «il» Laocoonte Vaticano in relazione agli altri Laocoonti, rappresentati nell’arte antica prima e dopo di lui, e in modo assai diverso? Perché la sua fama, subitanea dopo la scoperta, è ancora vivissima? In questo libro, Salvatore Settis offre un originalissimo percorso interpretativo del Laocoonte in cui la storia della sua fortuna, dall’antichita alla riscoperta cinquecentesca e via via fino al presente, fa da quadro a una rinnovata analisi delle fonti e a un esame rigoroso dei moduli stilistici. Completano il volume un’ampia scelta di documenti e testi poetici e letterari cinquecenteschi dedicati al Laocoonte, a cura di Sonia Maffei, una nota sulla storia dei restauri di Ludovico Rebaudo, e quindici fotografie del Laocoonte realizzate appositamente per questo libro da Pino dell’Aquila