Jean-Pierre Dupuy

Piccola metafisica degli tsunami

Male e responsabilità nelle catastrofi del nostro tempo

Traduzione dal francese di Monica Guerra

Collana: Saggine
2006, pp. 122
ISBN: 9788860360175

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Scheda libro

Come pensare il male nel nuovo millennio? Lo tsunami del 26 dicembre 2004, l’11 settembre del 2001, o le due grandi tragedie che hanno segnato il secolo scorso – Auschwitz e le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki – hanno modificato la nostra rappresentazione del male? Cosa è cambiato da quando il mondo si interrogò sui significati di quel terribile terremoto che rase al suolo Lisbona nel 1755? A giudicare dalle reazioni agli eventi drammatici più recenti, l’uomo sembra essere lacerato dallo stesso dilemma di allora: il male «naturale» è contingente, oppure è l’uomo ad esserne il responsabile? Lo statuto di ogni metafisica della catastrofe è in effetti altamente paradossale: l’evento catastrofico è scritto nel nostro futuro come un destino, ma è anche un accidente dotato di fortissima casualità. Allo stesso modo, la catastrofe è un evento che si sarebbe potuto evitare, ma è sempre qualcosa che, vista «dal futuro anteriore», appare come assolutamente necessaria. Eppure, questa contraddizione strutturale non può sollevare l’uomo dalle proprie responsabilità. Quando il male morale tocca le vette che ha raggiunto nel XX secolo, il pensiero stesso della catastrofe deve subire una trasformazione, perché è in gioco un attentato all’ordine naturale del mondo e l’uomo deve attivare tutti i dispositivi possibili per contrastarlo. Jean-Pierre Dupuy è professore di Filosofia sociale e politica presso l’École Polytechnique e l’Università di Stanford. È membro dell’Académie des Technologie e del Conseil général des mines. È autore, tra l’altro, di Pour un catastrophisme éclairé (Seuil, 2002) e di Avions-nous oublié le mal? Penser la politique après le 11 septembre (Bayard, 2002).