

Relegato fino poco tempo fa a un ambito sperimentale, il lavoro da remoto ha avuto un’improvvisa e massiccia diffusione a seguito della pandemia per contrastare l’aumento dei contagi da Covid-19 e permettere il proseguimento dell’attività economica. L’impatto della diffusione dello smart working sul mercato del lavoro, seppur con caratteristiche del tutto emergenziali, è stato dirompente e ha consentito modalità di svolgimento della prestazione lavorativa un tempo inimmaginabili. Per la prima volta la rottura dell’unità di spazio, tempo e azione apre prospettive nuove: il lavoro può essere svolto anche lontano dalla sede del datore di lavoro. È qui che si innesta il fenomeno del South working come prospettiva dalla quale valutare le implicazioni di quello che è probabilmente l’effetto più importante e duraturo della pandemia dal punto di vista socio-spaziale: la diffusione del lavoro a distanza. Per decenni sempre più giovani sono emigrati dalle aree marginalizzate, dal Sud e dalle aree interne, in cerca di opportunità di studio o di lavoro nei grandi centri urbani del Centro-nord, ma oggi la componente digitale e tecnologica permette un approccio diverso al lavoro a distanza. Lavorare in maniera «agile» produce effetti positivi per tutte le parti coinvolte: aumenta la produttività di lavoratori e aziende, favorisce una più alta qualità della vita percepita e costituisce un’occasione di rilancio per i territori. I contributi di questo volume sono frutto di un’elaborazione critica iniziata durante la prima fase della pandemia e alimentata in seguito da incontri con lavoratori, istituzioni, imprese, organizzazioni pubbliche e private. Tutti questi attori hanno arricchito il dibattito allo scopo di ripensare il futuro del lavoro da remoto, mettendo al centro le persone, i territori, le aziende e ridisegnando una geografia diffusa del lavoro che sia non solo agile ma soprattutto coesa.
Associazione South Working
Mario Mirabile, analista e studioso dei fenomeni sociali e tecno-geografici, ed Elena Militello, giurista, entrambi palermitani di origine, sono tra i fondatori dell’associazione South Working – Lavorare dal Sud (www.southworking.org), nata a marzo 2020 con l’obiettivo di mettere a frutto le idee e le esperienze di chi è riuscito a tornare nei propri comuni d’origine e colmare il divario economico, sociale e territoriale tra Nord e Sud, tra aree industrializzate e marginalizzate del paese.
Anna Ditta, TPI The Post Internazionale, 05/08/2022
Il diritto a un futuro diverso
Nicola Pini, Avvenire, 29/06/2022
Che cosa fare perché il South Working funzioni davvero
Nicola Pini, Avvenire, 29/06/2022
Lavoro. Che cosa fare perché il South Working funzioni davvero
Valentina Guerrera, Normanno, 19/06/2022
Southworking. Con Mario Mirabile per capire opportunità e criticità del lavoro dal Sud
Alessandro Cappelli, Linkiesta, 10/06/2022
Lavorare da Sud. Due anni di South Working, tra vantaggi e limiti da superare
Antonio Aloisi, Luisa Corazza, Social Europe, 02/05/2022
‘South working’: the future of remote work
Luigi Alfonso, Vita, 26/04/2022
South working e il riscatto dei territori del Sud
Rita Maria Stanca, Corriere della Sera, 24/04/2022
Nuvola Libri/ South working, per il futuro del lavoro in Italia
, Innovazionesociale.org, 20/04/2022
Lo smart working parte dal Sud. Possibilità e limiti per un futuro sostenibile del lavoro agile

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