

Il libro, a partire dalla consapevolezza che le statistiche con cui siamo abituati a interpretare i territori non bastano perché non ci aiutano a cogliere i momenti di passaggio, ci invita a praticare un altro sguardo. Uno sguardo attento agli scintillii, agli stadi iniziali delle trasformazioni, su cui occorrerebbe soffermarsi per comprendere il divenire. Lo fa attraverso lo studio di una particolare area interna della Sardegna: l’Alta Gallura. Un contesto ultra periferico, secondo le categorie della Strategia nazionale per le aree interne; una delle aree meno illuminate del contesto nazionale, che si distende alle spalle del mondo delle luci della città costiera. L’autrice, facendosi guidare dagli indizi, dalle storie minime, dai dettagli, scopre che quel territorio buio è una realtà brulicante, in cui sottotraccia spingono sopravvivenze, forze ed energie che lavorano per produrre cambiamento. Raccoglie storie, progetti, osserva luoghi, forme di produzione, rileva il riemergere di sommovimenti provenienti dal sottosuolo della storia, e prova a far venire fuori l’immagine inespressa che queste linee di tendenza sembrano suggerire, mettendo in guardia sui pericoli che si annidano alla superficie del presente. Dal buio affiora una costellazione lampeggiante: una figura territoriale inedita, fragile, di cui invita a prendersi cura. Una ossimorica «città-natura» in cui il già stato si unisce con l’adesso e in cui si intrecciano città e campagna, natura e cultura.
Lidia Decandia
Lidia Decandia insegna presso il Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica di Alghero. Nel 2008 ha fondato Matrica, laboratorio di fermentazione urbana, ed è membro del collegio del dottorato di Ingegneria dell’architettura e dell’urbanistica presso l’Università Sapienza di Roma. Tra le sue pubblicazioni: La strada che parla. Dispositivi per ripensare il futuro delle aree interne in una nuova dimensione urbana (Franco Angeli, 2016); I territori marginali e la quarta rivoluzione urbana. Il caso della Gallura (Guerini, 2017).
Marco Bittau, La Nuova Sardegna, 30/05/2022
Lo stazzo tra passato e futuro da casa-azienda a villa di lusso

Dalla qualità alla sostenibilità
Il contributo di Icmq alla qualificazione delle costruzioni

Il giardino biopolitico
Spazi, vite e transizione

Storia contro storie
Elogio del fatto architettonico

Vivere o morire di rendita
La rendita urbana nel XXI secolo

Fare urbanistica oggi
Le culture del progetto

Coste in movimento
Infrastrutture ambientali per la rigenerazione dei territori

Città Sostenibilità Resilienza
L’urbanistica italiana di fronte all’Agenda 2030

Diritti in città
Gli standard urbanistici in Italia dal 1968 a oggi

Geografie del rischio
Nuovi paradigmi per il governo del territorio