Niccolò Machiavelli, Carmine Donzelli, Gabriele Pedulla'

Il Principe

Edizione del cinquecentennale

Con traduzione a fronte in italiano moderno di Carmine Donzelli. Introduzione e commento di Gabriele Pedullà

Collana: Nuova Biblioteca
2021, pp. CXXII-350, rilegato
ISBN: 9788855221016

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Scheda libro

«… qui si veggono estraordinari sanza essemplo, condotti da Dio: el mare si è aperto; una nube vi ha scorto il cammino; la pietra ha versato acque; qui è piovuto la manna. Ogni cosa è concorsa nella vostra grandezza. El rimanente dovete fare voi: Dio non vuole fare ogni cosa, per non ci tòrre el libero arbitrio e parte di quella gloria che tocca a noi». Il Principe XXVI

«… qui si vedono eventi straordinari, senza precedenti, operati da Dio; il mare si è aperto; una nube ha mostrato il cammino; la pietra ha versato acque; qui è piovuta manna. Tutto è confluito nella vostra grandezza. Il resto lo dovete fare voi. Dio non vuole fare ogni cosa, per non toglierci il libero arbitrio, e per non privarci in nulla di quella gloria che a noi spetta». Il Principe XXVI

Da cinquecento anni il Principe funziona come una sorta di specchio nel quale non cessa di riflettersi la coscienza occidentale, proiettando sulle parole di Machiavelli ansie, ossessioni, speranze, paure. Politica e morale, mezzi e fini, il partito come moderno principe, l’emergere dello Stato, la politica come tecnica, i fantasmi del totalitarismo… In quanto presunto fondatore della modernità politica, Machiavelli entra obbligatoriamente in qualsiasi discorso filosofico sulla vita associata. Eppure, questo successo ha avuto un prezzo considerevole. Chiosato, interpretato, adattato e spesso anche violentato, il Principe ha troppo spesso finito per smarrire la propria fisionomia e assumere quella dei suoi ammiratori o detrattori. Questa edizione del cinquecentennale nasce precisamente dall’auspicio di favorire una nuova intimità con un grande classico più citato che letto, anzitutto giovandosi di una versione in italiano moderno appositamente realizzata da Carmine Donzelli. La traduzione accompagna, a fronte, il testo originale del Principe, mantenendo le idiosincrasie, il procedere spezzato, le peculiarità e – diciamolo pure – la bellezza della prosa machiavelliana, ma al tempo stesso scioglie gli inevitabili ostacoli linguistici e permette di avvicinarsi al testo senza le consuete difficoltà della prima lettura. Alla traduzione di Donzelli si aggiunge un vasto commento e un’altrettanto ricca introduzione di Gabriele Pedullà. Oltre a una nuova ricognizione sistematica degli autori classici e soprattutto umanistici utilizzati nel Principe (con decine e decine di scoperte che mutano, spesso in maniera decisiva, l’interpretazione), l’annotazione di Pedullà concede ampio spazio alle pratiche sociali e alle credenze diffuse indispensabili per comprendere il discorso machiavelliano: la giurisprudenza e la medicina, la teoria degli umori e l’astrologia, il sistema del mecenatismo, le convenzioni dei generi letterari, il principio di imitazione, le tecniche belliche, l’origine rinascimentale del debito pubblico, le ansie di rinnovamento religioso… Il lavoro di Donzelli e Pedullà si presenta dunque come un originale esercizio di filologia politica, che libera finalmente il testo del Principe dalle incrostazioni depositatesi nel corso di mezzo millennio con l’obiettivo di offrire ai lettori, al tempo stesso, un classico sottratto alle ipoteche ideologiche degli ultimi duecento anni e un’opera «fresca»: da leggere senza i pregiudizi che accompagnano quasi inevitabilmente il nome di Machiavelli. Affinché sul Principe possano proiettarsi le passioni del XXI secolo e non – come ancora oggi succede troppo spesso – quelle del XIX o del XX.

Autori

Niccolò Machiavelli
Niccolò Machiavelli (1469-1527) è stato il pensatore politico europeo più radicale prima della Rivoluzione francese. A partire dal 1498 fu segretario della repubblica di Firenze e ambasciatore, oltre che l’ispiratore di un’originale riforma dell’esercito pensata per sostituire i soldati mercenari con una milizia popolare. Quando nel 1512 i Medici tornarono a Firenze, Machiavelli perse il proprio incarico e, accusato di congiurare contro di loro, venne incarcerato e sottoposto a tortura. Dopo l’elezione di Giovanni de’ Medici a pontefice con il nome di Leone X, Machiavelli cercò di rientrare nel gioco politico persuadendo i nemici di un tempo a ribaltare il sistema di alleanze che li aveva riportati in patria, e a riprendere il suo progetto di riforma militare, fondando sul popolo in armi, piuttosto che sui «grandi». La sua proposta – elaborata per quelle specifiche condizioni storiche –, venne affidata alle pagine del Principe alla fine del 1513, ma probabilmente nemmeno raggiunse i Medici. Negli anni successivi Machiavelli trovò ferventi ammiratori nei giovani aristocratici che si riunivano presso gli Orti Oricellari, persuadendoli della necessità di trasformare le istituzioni di Firenze in chiave neoromana e filo-popolare. Attorno a queste conversazioni presero forma i Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, ma l’ambiente degli Orti Oricellari è ritratto da Machiavelli anche nell’unica opera politica da lui pubblicata in vita: l’Arte della guerra (1521), che difende ancora una volta il suo progetto di milizia. A partire da questo momento, e fino alla morte, la fama di Machiavelli sarebbe stata legata soprattutto alla Mandragola e alle Istorie fiorentine. L’ex segretario si spense nel 1527, poco dopo che i Medici erano stati nuovamente cacciati da Firenze in conseguenza del sacco di Roma, senza che il Principe, le Istorie e i Discorsi fossero stati stampati: cosa che avvenne solo tra il 1531 e il 1532.

Carmine Donzelli
Carmine Donzelli (1948) dirige la casa editrice che ha contribuito a fondare nel 1993. Nel 2012 ha pubblicato una edizione con prefazione, introduzione e commento del Quaderno di Antonio Gramsci su Machiavelli, con il titolo Il moderno Principe.

Gabriele Pedulla'
Gabriele Pedullà è professore di letteratura italiana presso l’Università di Roma Tre, dove insegna anche letteratura italiana contemporanea e letterature comparate. Collabora con il supplemento culturale della domenica del «Sole 24 Ore». Tra le sue pubblicazioni saggistiche si ricordano tre monografie: su Beppe Fenoglio (La strada più lunga, Donzelli, 2001), sulla condizione del cinema e delle altre arti nell’epoca degli individual media (In piena luce, Bompiani 2008) e su Machiavelli (Machiavelli in tumulto, Bulzoni, 2011). Ha curato, assieme a Sergio Luzzatto, l’Atlante della letteratura italiana (Einaudi, 2010-12). È autore delle raccolte di racconti Lo spagnolo senza sforzo (Einaudi, 2009; Premio Mondello Opera prima, Premio Verga, Premio Frontino) e Biscotti della fortuna (Einaudi, 2020; Superpremio Flaiano), e del romanzo Lame (Einaudi, 2017; Premio Carlo Levi, Premio Martoglio).