Wisława Szymborska
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Wisława Szymborska nasce a Kórnik, vicino Poznań, il 2 luglio 1923. Presto la famiglia si trasferisce a Toruń e poi a Cracovia, dove Wisława comincia a scrivere racconti e poesie. Nel 1948 sposa Adam Włodek – da cui divorzierà nel 1954 – e si trasferisce nella Casa dei letterati di via Krupnicza 22. Nel 1952 esce la sua prima raccolta di poesie, Per questo viviamo. Nel 1953 comincia a lavorare nel settimanale «Życie Literackie», divenendo di lì a poco direttrice della sezione poesia e poi, dal 1960, anche co-curatrice di una rubrica di ironici consigli agli aspiranti scrittori intitolata «Posta letteraria». Nel 1954 esce la raccolta Domande poste a me stessa. Il 1957 è l’anno della svolta: con Appello allo Yeti matura la presa di distanza dal realismo socialista. Nel 1962 esce Sale. Nel 1966, dopo aver restituito la tessera del partito, perde il posto di direttrice della sezione poesia. L’anno successivo le viene affidata la rubrica «Letture facoltative», dedicata ai libri trascurati dalla critica ufficiale. Le raccolte si succedono – Uno spasso (1967), Ogni caso (1972), Grande numero (1976), Gente sul ponte (1986), La fine e l’inizio (1993) – così come i riconoscimenti internazionali, tra cui il Premio culturale di Solidarność (1986), il Premio Goethe (1991), il premio del Pen Club polacco (1996). Il 1996 è l’anno del Premio Nobel. Mentre cresce il successo internazionale, la sua produzione poetica non si arresta: seguono Attimo (2002), Due punti (2005) e Qui (2009).Muore a Cracovia il 1° febbraio 2012. Nello stesso anno esce postuma l’ultima raccolta: Basta così.