Wilhelm JENSEN
Gradiva
Una fantasia pompeiana
Collana: Fiabe e storie
2013, pp. 178, rilegato
ISBN: 9788860368553
€ 23,00 € 21,85
«La giovane donna aveva in sé qualcosa che raramente affiora nelle antiche sculture in pietra: una grazia naturale, semplice, virginea che pareva infondere vita alla materia. Il piede sinistro era appoggiato a terra, e il destro, nell’atto di seguirlo, sfiorava appena il terreno con la punta delle dita. Quel suo librarsi quasi in volo unito all’incedere sicuro conferiva alla giovane donna una grazia tutta particolare. Da dove proveniva e dove era diretta?»
Quella di Norbert Hanold, giovane e brillante archeologo tedesco, è la storia di un sogno, di un’ossessione, di un innamoramento. O meglio ancora, la storia di una passione, una doppia passione: quella palese per l’archeologia e quella repressa per una donna. Come poteva un racconto così ricco di spunti sfuggire all’occhio attento del dottor Freud che, proprio mentre Jensen lo dava alle stampe, costruiva le sue teorie psicoanalitiche? Ecco perché uno dei suoi saggi tuttora più conosciuti s’intitola proprio Delirio e sogni nella Gradiva di Jensen. Ma questa è un’altra storia. Quella di Norbert, intrigantissima come ogni piccolo classico della letteratura, racconta della sua ossessione per un antico bassorilievo raffigurante una giovane donna nell’atto di incedere. Norbert subito s’invaghisce della grazia di quel passo, tanto da procurarsene un calco in gesso, che da quel momento troneggerà nel suo studio non meno che nella sua mente e nei suoi sogni. E sarà proprio un sogno a suggerirgli di mettersi in viaggio per Pompei, con la certezza che tra le rovine all’ombra del Vesuvio scoprirà la storia di quella donna, cui ha dato persino un nome: Gradiva. Abbattuto ogni steccato tra sogno e realtà, Norbert incontrerà l’agognata figura femminile sotto il sole cocente del mezzogiorno pompeiano, e proprio nell’attimo della sua resa al delirio di un incontro inspiegabile, si accorgerà che quella ragazza è fatta di carne e non di marmo... Lo scavo archeologico è sconfinato nell’inconscio, e con sapiente ironia Jensen lo conduce a un lieto fine che sorprende e diverte il lettore. A dare sostanza in queste pagine ai sogni, all’ossessione, al delirio e alla passione di Norbert, ci pensa il tratto onirico e al contempo divertito di Cecilia Capuana. Catturata a sua volta dal racconto di Jensen – al pari di Freud – e dal passo della Gradiva – non meno di Norbert –, Cecilia Capuana esplora i tanti piani di lettura di una storia che intreccia magistralmente l’arte e la poesia, l’inconscio e il mito, l’allucinazione e l’eros, la sublimazione e il reale.
Wilhelm Jensen
Wilhelm Jensen (1837-1911) fu uno dei più prolifici scrittori di lingua tedesca di tutto l’Ottocento. Autore di decine di romanzi e racconti non meno che di poesie, Jensen fu al centro di una disputa che ebbe come protagonisti Freud e Jung.Gradiva, pubblicato nel 1903, fu infatti inizialmente scoperto da Jung, che ne consigliò la lettura a Freud in ragione delle sue possibili interpretazioni psicoanalitiche. Catturato dalla storia, Freud vi dedicò uno dei suoi saggi più noti, causando l’indignazione di Jung non meno che dello stesso Jensen, il quale ne rifiutò l’interpretazione tutta all’insegna della nuova scienza.
Cecilia Capuana
Cecilia Capuana, siciliana di nascita e romana d’adozione, è stata negli anni settanta l’unica autrice di fumetti italiana accolta dalla celebre rivista francese «Métal Hurlant». Protagonista in quel periodo dell’avventura tutta al femminile di «Ah! Nana», Cecilia ha lavorato a lungo accanto a Jean-Pierre Dionnet e Moebius. In Italia ha pubblicato su «Alter-Linus», «Comic-Art», «Panorama», «la Repubblica». Conclusa l’esperienza dei fumetti, è tornata al suo primo mestiere, la pittura, appreso all’Accademia di Belle Arti di Roma con Mino Maccari e Guttuso. Ha coltivato la sua passione per l’arte senza steccati accanto a grandi amici come Fellini, Monicelli, Tanino Liberatore ed Emilio Tadini. Recentemente sul suo lavoro è stato realizzato un documentario, Come posso, della regista Giulia Merenda.
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