Niente è forse più falso dell'idea di un Mezzogiorno arretrato, immobile, sempre uguale a se stesso: eppure mai come oggi il Sud d'Italia continua a far «questione». Ma se il problema meridionale non è stato superato, decisamente in crisi appare il «meridionalismo», quell'insieme di ideologie, culture, progettualità, iniziative politiche, provvidenze legislative che per oltre cent'anni si sono succedute - con propositi e risultati i più diversi - disegnando uno degli assi portanti dell'identità italiana: è di tutto questo che si chiede, da più parti, la fine. È questo che una diffusa opinione vorrebbe semplicemente abolire. In un simile clima, teso e incerto, che costringe sulla difensiva chiunque voglia continuare a sostenere la causa dello sviluppo del Mezzogiorno, è nata l'idea di questo libro intervista: i suoi due protagonisti - un manager pubblico di riconosciuta esperienza e un sociologo da sempre attento ai problemi della società meridionale - assumono come presupposto la drammaticità della situazione attuale, ma non sono disposti a confondere, in un indistinto calderone negativo, tutto ciò che al Sud è successo e sta succedendo. Ne nasce un confronto serrato, a volte uno scontro, giacché spesso il parere dei due interlocutori non coincide. L'oggetto del contendere sono proprio le politiche pubbliche, la loro efficacia, la loro prospettiva. Vengono così riconsiderati i nodi mai sciolti dello sviluppo meridionale: la debolezza della base produttiva, l'inefficienza della pubblica amministrazione, la gracilità del tessuto civile, esposto alle pressioni del clientelismo e ai ricatti della criminalità mafiosa. E in filigrana si legge la storia di un pezzo importante del meridionalismo italiano, quello raccoltosi attorno all'idea e agli istituti dell'intervento pubblico straordinario, e che prova a riproporre, nel contesto rovente di questi mesi, le sue ponderate ragioni.
Sergio Zoppi
Sergio ZOPPI affianca all'attività di presidente del Formez un intenso lavoro di ricerca; tra le sue pubblicazioni, il volume Dalla «Rerum novarum» alla democrazia cristiana di Murri (Il Mulino, Bologna 1991) e quello Per un'amministrazione pubblica rinnovata (Le Monnier, Firenze 1992).
Domenico DE MASI è professore ordinario di sociologia del lavoro presso l'Università di Roma «La Sapienza» e dirige la scuola di specializzazione in scienze organizzative «S3-Studium».
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