A cura di Maria Cristina La Rocca e Giulia Zornetta

Stranieri

Itinerari di vita studentesca tra XIII e XVIII secolo

Presentazione di Daniela Mapelli e Annalisa Oboe
PATAVINA LIBERTAS Una storia europea dell’Università di Padova (1222-2022). Presentazione di Rosario Rizzuto e Annalisa Oboe. Un volume di: Giulia Albanese, Elena Canadelli, Eleonora Carinci, Alessandra Gissi, Margherita Losacco, Michele Magri, Andrea Martini, Lorenza Perini, Tiziana Plebani, Naila Pratelli, Carlotta Sorba, Chiara Xausa

Collana: Progetti Donzelli
2022, pp. X-286
ISBN: 9788855223690

€ 27,00  € 25,65
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Scheda libro

Un volume di: Gábor Almási, Cristina Basso, Franco Benucci, Paola Benussi, Nicole Bingen, Claudio Caldarazzo, Paola Dessì, Giulia Foladore, Nicoletta Giovè Marchioli, Lotte Kosthorst, Mirosław Jerzy Lenart, Dora Longoni, Paola Molino, Marco Orlandi, Alessandro Paccagnella, Francesco Piovan, Tommaso Scaramella, Giulia Zornetta.

Questo volume osserva l’università come punto di incontro tra uomini di età diverse e di origini geografiche molteplici. Ciò vale in particolar modo per l’Ateneo patavino, che deve le sue origini proprio a una migrazione di scolari. Un evento circoscritto, che tuttavia rientra nel fenomeno più ampio e diffuso della mobilità accademica che caratterizza il medioevo e la prima età moderna. Nel corso del medioevo – con un’accelerazione notevole a partire dal XII secolo – maestri e scolari furono indotti a muoversi verso i centri del sapere – monasteri, scuole, cattedrali, conventi, università – alla ricerca degli ambienti più stimolanti dal punto di vista intellettuale e delle condizioni che meglio garantissero l’apprendimento, quali ad esempio la presenza di ricche biblioteche o le lezioni dei docenti più illustri. Si tratta dei cosiddetti clerici vagantes, che costituivano un gruppo estremamente eterogeneo dal punto di vista geografico e sociale, provenendo da tutto il continente europeo: prevalentemente giovani uomini con alle spalle famiglie facoltose e chierici sostenuti da benefici ecclesiastici; ma potevano esserci anche scolari non particolarmente abbienti, i cosiddetti pauperes. Una mobilità che ha continuato a marcare la vita accademica, in particolare di Padova, la cui comunità studentesca si è da sempre arricchita di un’ampia componente proveniente dall’esterno della città: dall’impero tedesco alla Francia, dalla Polonia alla Grecia, ma anche dall’Italia meridionale. In ogni periodo dell’anno accademico Padova si trasformava – e si trasforma tuttora – in una città intensamente abitata da «stranieri»: uomini per lo più privi di legami affettivi e familiari in loco, desiderosi di costruire la propria carriera e il proprio futuro professionale. I dati utilizzati nel volume provengono da un database che raccoglie più di 70000 laureati a Padova, costruito per l’ottocentenario dell’Università e realizzato anche grazie al lavoro di molte studentesse e di molti studenti, che vi hanno dedicato il loro impegno e le loro energie.